Mi chiamo Happy

 In Marco Pipitone, Notizie in breve, Recensioni

Gli animali da compagnia fanno parte delle nostre famiglie e con loro, grazie a loro, riusciamo a creare legami di affetto e tenerezza. Fin da piccoli, perché la nostra vita può essere impreziosita dalla loro presenza. Il legame emotivo che viene a crearsi è talmente intenso e particolare da condizionare il nostro benessere psico-fisico.

Con il pet si instaura un rapporto speciale, in particolare con i membri più piccoli della famiglia per cui l’amico animale diventa un vero e proprio compagno di giochi, un  amico fidato. Ma il percorso di vita dei nostri teneri amici è di norma molto più breve e quindi è facile che un bambino, durante il periodo dell’infanzia, debba vivere questo lutto, che può essere delegittimato o addirittura traumatico.

È così che si viene formati alla vita, un’educazione al vivere che implica però fare i conti con la morte, con il vuoto, con la nostra quotidianità.

Mi chiamo Happy, pubblicato dalla casa editrice Mursia, ha l’obiettivo di coinvolgere emotivamente e stemperare i sentimenti fino a trasformarli in un album di ricordi e di affetto.

La storia narra la vita e il legame instaurato da un simpatico cane di razza Bull Terrier con la famiglia di accoglienza, sino all’ultimo saluto quando, di fronte al passaggio sul Ponte dell’Arcobaleno, l’affetto che Happy prova per Mia e Tobia diviene tangibile, superando e annullando tutto ciò che la morte ha portato via.

Una favola che, pensata come un album interattivo – accompagnata dalle illustrazioni di Anna Maria Di Giorgi – si rivolge a tutti, per attivare dialoghi, azioni e rituali di aiuto su tanti aspetti, ancora spesso banalizzati.

Maria Angela Gelati, con questo ultimo lavoro, contribuisce a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica sull’importanza della Death Education rivolta anche all’animale d’affezione.

Il libro è stato presentato dall’autrice, in modalità on-line, lo scorso 29 ottobre, per Il Rumore del Lutto XIV Edizione, con la presenza di Alice Pisu in collaborazione con Libreria Diari di Bordo.

 

L’immagine in evidenza è di Elisa Magnoni Photo

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