Conversazione con Roberto Dall’Acqua

 In Interviste, Maria Angela Gelati

Roberto dall'AcquaHo conosciuto Roberto Dall’Acqua a Parma, in occasione della decima edizione de Il Rumore del Lutto. È un giornalista curioso, che ama sperimentare. Infatti ha ideato un sito, chiamato Il Giornale del Ricordo. Ecco cosa ci ha detto.

1 • Com’è nata l’idea de Il Giornale del Ricordo?

Il Giornale del Ricordo è nato per valorizzare le persone, non note, scomparse e la piccola storia – scritta da giornalisti professionisti – di chi ha lasciato un segno nella vita quotidiana. Questo perché è essenziale condividere, e inserire, la trama del mosaico di ognuno di noi nella Storia universale. Per ricordare – anche con inchieste ed eventi poco conosciuti o tralasciati – e non dimenticare che, se sono i fatti a narrare gli avvenimenti, le persone sono l’ossatura del nostro vivere civile.

 2 • Quando è nato il sito? Di quanto tempo avete avuto bisogno per realizzare la vostra idea?

Il sito – che è a tutti gli effetti una testata giornalistica autorizzata dal Tribunale di Nuoro – è online dal 24 aprile 2016. L’intenzione di rendere partecipi i lettori è scaturita da un ampio confronto con il mio socio Giovanni, che mi ha concesso uno scambio profondo e fruttifero per mettere a punto questa iniziativa.

3 • Nel sito si legge: “La memoria dei tuoi cari è descritta in trenta righe. Un ricordo curato per rammentare la vita e il sorriso di chi non c’è più”. Può spiegarlo ai lettori?

La storia personale del defunto raccontata, o raccolta, da chi lo conosceva bene: marito, moglie, figli, parenti, amici. Un vero e proprio racconto – con foto e video illimitati in aggiunta – per ricordarlo anche a chi non lo ha conosciuto direttamente (nipoti nati dopo la morte dei nonni ad esempio). Non ha nulla a che vedere con il necrologio; la  nostra memoria parla di una persona e delle sue caratteristiche di quando era in vita.

4 • Isabel Allende ha scritto: Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo. Cos’è per lei il ricordo?

Il ricordo, purtroppo, a me rammenta che la separazione definitiva è avvenuta. È un modo, per me, di consolarsi nei tratti di una persona o in immagini antiche e desuete. Credo che ricordare mi faccia anche sentire meno gli anni che passano.

5 • Che differenza rileva tra ricordo e testimonianza?

Lego più il ricordo a una nostalgia, a un’emozione che può essere scritta in una storia. La testimonianza, invece, è un preciso fatto del passato che, molto spesso, esce dalla memoria personale. Possono naturalmente coesistere.

6 • Si dice che la poesia salvi la vita. Che valore ha l’arte poetica nel vostro portale?

Amo la poesia e su www.ilgiornaledelricordo.it pubblichiamo, talvolta, alcuni testi inediti. Spesso cerchiamo di scrivere in un modo che rammenta molto da vicino lo stile della poesia.

7 • Chi sono prevalentemente gli utenti de Il Giornale del Ricordo?

Il giornale, durante il primo anno di vita, ha avuto svariati consensi provenienti dal mondo della musica, del teatro, del giornalismo, della letteratura. Chi ci legge è una persona molto curiosa, amante delle novità, che cerca un’informazione differente da quella proposta da altri media.

8 • Un tempo vi erano due tipi di spazi, paralleli, collegati: lo spazio mentale e quello fisico. Ai giorni nostri si è aggiunto l’ambito virtuale: l’unico nel quale sopravviviamo anche da morti. Che ne pensa?

Credo che, per tutti, sia traumatico separarsi dal proprio corpo ma anche dal proprio stato mentale. Il virtuale a me fa pensare, essenzialmente, che non esisto perché non posso toccarti e assaporare i tuoi odori.

9 • Secondo una ricerca di qualche anno fa, su Facebook, ci sono oltre trenta milioni di defunti. Cosa potrebbe accadere quando nel social FB vi saranno più morti che vivi?

Facebook è già di per sé un mastodontico database. Credo che il suo futuro sia quello di diventare il più grande, immenso, cimitero mondiale.

10 • L’interazione sui social network non prevede il contatto fisico, ed è possibile valicare la dimensione concreta della relazione, essere chiunque e confondersi, anche perché non si ha, in molti casi, un’identità salda, ma in divenire, in particolare da adolescenti. Secondo lei si può provare un sentimento di dispersione dell’identità?

La dispersione dell’identità è sotto i nostri occhi e non solo per quello che riguarda gli adolescenti. Molto spesso ci “perdiamo” in rete, tralasciando rapporti personali e situazioni emotive che potrebbero coinvolgerci.

11 • Che cos’è il “racconto della domenica”?

In questo spazio diamo modo a chi ha un testo, un racconto da proporre, di scriverlo per i nostri lettori. Magari sono libri, in divenire o da poco pubblicati, che richiamano un’utenza maggiore e che sono meritevoli di avere un pubblico più ampio.

12 • Perché, in definitiva, questo spazio de Il Giornale del Ricordo?

www.ilgiornaledelricordo.it è un modo per raccontare e raccontarci le nostre vite. Chiunque ci può, infatti, contattare e scrivere la propria storia o la memoria di un caro scomparso. Sicuramente troverà il modo per farci riflettere ed emozionare.

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